I governi mondiali devono agire subito
[fusion_separator style_type="none" hide_on_mobile="small-visibility,medium-visibility,large-visibility" class="" id="" sep_color="" top_margin="5" bottom_margin="5" border_size="" icon="" icon_circle="" icon_circle_color="" width="" alignment="center" /]Quelle che stiamo vivendo sono giornate impegnative, in poco meno di un mese le nostre abitudini sono state completamente rivoluzionate da un nemico invisibile a occhio nudo, i cui effetti però sono drammaticamente evidenti.
Le città sono state violentemente catapultate a scenari che le nostre menti collegano alle estati più belle, quando le strade si svuotano e il silenzio regna su tutto. E le abitazioni illuminate a giorno, mai così tante in questo inizio di primavera, ricordano le serate trascorse con parenti e amici alle tavole imbandite per il Natale. Questa volta però non abbiamo la facoltà di scegliere, dobbiamo restare a casa per consentire a chi si trova in prima linea di fronteggiare e combattere il nemico e i suoi effetti.
In questa lotta al COVID-19 partecipano sempre più attivamente anche i droni andando a riempire gli spazi vuoti delle nostre città. Abbiamo letto e scritto dell’impegno delle aziende cinesi, chiamate ad adattare i loro strumenti per gli usi più disparati, da spray disinfettante a megafono volante per le forze dell’ordine (leggi QUI). Gli usi sono molteplici, pensiamo anche alla possibilità di trasporto di campioni da un ospedale a un laboratorio di analisi (leggi QUI).
Negli ultimi giorni si moltiplicano le notizie di casi simili anche in Italia. A Forlì per fare rispettare il divieto di frequentare i parchi pubblici e le aree verdi il vicesindaco ha annunciato il dispiegamento di droni, ad Acerra è partita una sperimentazione che vede l’utilizzo dei droni per individuare gli assembramenti di persone in città, e la stessa cosa è stata prevista dal sindaco di Vasto, in Abruzzo.
Se guardiamo con attenzione e fiducia alla fine della strada possiamo intravedere una luce, quella delle nuove opportunità e nuove abitudini che deriveranno dall'aver superato anche questa crisi.
Possiamo augurarci un’accelerazione nell’adozione dei droni a livello mondiale? Decisamente si, perché in una fase caratterizzata dal “distanziamento sociale” la tecnologia può e deve intervenire in aiuto di imprese e cittadini colmando le distanze che ad oggi non possiamo percorrere. Se a questo aggiungiamo considerazioni già note e riguardanti l’impatto ambientale in termini di sostenibilità dei droni, allora la speranza aumenta.
Non resta che sperare nell’antivirus più potente, l’uomo.
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