Il Punto di Sergio Barlocchetti
Con l'inarrestabile crescita dell'uso dei droni anche le regole e le normative aeronautiche, così come i relativi regolamenti tecnici, sono in perenne divenire. Sembra infatti che nonostante tutti gli sforzi che si compiono, l'evoluzione della legislazione tecnologica di questo settore sia talmente rapida che ai regolatori risulti impossibile conciliare dettami di sicurezza con la necessità di consentire l'ammodernamento continuo all'interno di una regola, senza che questa finisca per tarpare le ali a progettisti ed operatori.
TRE SCUOLE DI PENSIERO
La FAA americana con la sorella indipendente CAA inglese, l'europea EASA della quale fanno parte anche CAA e l'UFAC svizzera, e la Rosaviatsia russa. Ma mentre la CAA e la FAA sembrano avere una strategia, EASA approva il regolamento che, stante i tempi tecnici, entrerà pienamente in vigore nel 2019 senza però risolvere alcuni problemi in essere per la sua compatibilità in tutti i Paesi. E siccome la 1139/2018 è una norma che lascia la facoltà ai singoli Stati di accettare o meno determinati articoli, non ci stupirebbe se l'Italia, una volta adottato il regolamento Europeo, ne mantenesse anche uno nazionale, o addirittura ne accogliesse altri, di tipo tecnico. Il mese scorso la Federal Aviation Administration ha concesso agli operatori USA l'autorizzazione a far volare alcuni droni commerciali in uno spazio aereo controllato, mentre la stessa società che li operava si è vista negare il permesso nel Regno Unito, dove vige il divieto assoluto di utilizzarli entro un chilometro dagli aeroporti.
STANDARD ISO PER I DRONI
Per aiutare a stabilire quali siano le norme più sensate è scesa in campo anche l'International Organization for Standardization (ISO), che ha pubblicato la prima bozza di standard globali per l'uso dei droni. La bozza suggerisce quali debbano essere le no-fly zone intorno agli aeroporti e ad altre aree riservate, da usarsi insieme con altre misure, come il geofencing, per tenere i droni lontano da luoghi sensibili. Sul geofencing mi sono già espresso più volte e penso tutt'ora sia una stupidaggine costosa, inutile (violabile), la cui applicazione mediante aggiornamento continuo e necessità di mantenere i droni perennemente connessi al web, li rende vulnerabili ad attacchi di pirateria informatica, togliendo inoltre al pilota la possibilità decisionale che lo definisce tale, scavalcando un principio ineluttabile: le regole sono fatte da uomini per gli uomini, non perché le macchine decidano per noi.
Gli standard della ISO però prevedono inoltre che gli operatori dei droni rispettino la privacy altrui e che sia sempre possibile un intervento umano per garantire la sicurezza di tutti i voli. Inoltre, la ISO ha suggerito che i requisiti di addestramento, registrazione del volo e manutenzione dei mezzi dovrebbero essere attuati insieme con le regole sulla protezione dei dati. Di buono c'è che una consultazione pubblica sugli standard è aperta fino al 21 gennaio 2019 e sarà probabilmente adottata non appena la prima norma ISO sugli UAV sarà pubblicata.
Gli standard tuttavia non sono regole formali e bisogna ammettere che misure analoghe a quelle suggerite sono già in uso per esempio in Australia e Giappone. Ma c'è un altro aspetto preoccupante: la bozza è stata promossa dopo che il Dipartimento per la sicurezza aerea del Regno Unito aveva comunicato che circa la metà degli inconvenienti subiti dal traffico aereo sono stati provocati da droni. Una stupidaggine peraltro indimostrabile. Ma c'è da giurare che dopo le prime linee guida seguiranno altre pubblicazioni di standard ISO sui droni, che riguarderanno le specifiche tecniche, il controllo del traffico aereo e la qualità della produzione. Addio libertà di progettazione.
* Professionista del settore aviazione da 26 anni, ingegnere aerospaziale, giornalista professionista e pilota. Ha ricoperto il ruolo di Flight Test Engineer in ambito manned e unmanned, di specialista in avionica e radiofrequenza. Ha fatto parte della redazione del mensile Volare per 18 anni e ha esperienza di pilotaggio su aeromobili leggeri ed executive. Attualmente ricopre l’incarico di project manager nella produzione di droni ed è docente di materie tecniche presso la scuola dell’Aero Club Milano.
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