Al via il nuovo progetto TartAmar Calabria
[fusion_separator style_type="none" hide_on_mobile="small-visibility,medium-visibility,large-visibility" class="" id="" sep_color="" top_margin="5" bottom_margin="5" border_size="" icon="" icon_circle="" icon_circle_color="" width="" alignment="center" /] [caption id="attachment_17808" align="alignleft" width="300"] Immagini con il drone durante il monitoraggio dei nidi di tartarughe marine sulle spiagge © G.Cirelli[/caption]Il WWF continua l'attività di censimento dei nidi delle tartarughe marine per la loro messa in sicurezza. Il progetto, attivo da 20 anni, da inizio giugno vede volontari e operatori del WWF all'opera sulle spiagge di Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia e Toscana.
La novità di quest'anno è il progetto TartAmar Calabria (finanziato dalla Regione Calabria con fondi del Piano Operativo Regionale 2014-2020),che prevede il monitoraggio delle coste dell’alto Tirreno e Ionio cosentino, attraverso non solo il pattugliamento mattutino delle spiagge, ma anche mediante l’uso di droni, bici elettriche e, in via sperimentale, anche con una vela a motore.
L’11 giugno il progetto ha avuto il via con un primo volo (con vela a motore) sul tratto di costa da Scalea a Diamante. Qui gli operatori del progetto hanno monitorato le spiagge alla ricerca delle tracce di tartarughe marine.
Quello del WWF non è il primo progetto di monitoraggio delle tartarughe a contemplare l'uso dei droni. E' del 2018 infatti il censimento effettuato in Costa Rica da ricercatori della Duke University mediante l’utilizzo di droni dotati di un visore a infrarossi e fotocamera digitale ad altissima risoluzione. Gli scienziati, in quel caso, hanno potuto documentare centinaia di migliaia di esemplari dell’inafferrabile tartaruga bastarda olivacea che sono soliti riversarsi sulle spiagge della Costa Rica per deporre le uova.
L'utilizzo dei droni per le attività di monitoraggio di specie animali si conferma la metodologia più efficace, efficiente e discreta, soprattutto nell'osservazione di specie di animali in pericolo di estinzione, come evidenziato anche da una ricerca della North Carolina State University dello scorso dicembre.
Fonte: WWF.it [/fusion_builder_column][/fusion_builder_row][/fusion_builder_container]