Cavalieri d’Oro (Vvf), in 10 anni cambiata gestione emergenza
[embed]https://www.youtube.com/watch?v=lCa33giAHRU[/embed] [fusion_separator style_type="none" hide_on_mobile="small-visibility,medium-visibility,large-visibility" class="" id="" sep_color="" top_margin="" bottom_margin="20" border_size="" icon="" icon_circle="" icon_circle_color="" width="" alignment="center"][/fusion_separator]Sono passati 10 anni dal terremoto che colpì l’Abruzzo, causando 308 vittime. Da allora molto è cambiato nella gestione delle emergenze da parte dei vigili del fuoco, soprattutto grazie allo sviluppo di nuove tecnologie, come ha spiegato Edoardo Cavalieri d’Oro - Direttore Vice-Dirigente Ministero degli Interni Vigili del Fuoco di Milano - intervenuto a Dronitaly, la manifestazione B2B dedicata ai sistemi a pilotaggio remoto, a Milano il 4 e 5 aprile.
“Nella gestione delle emergenze dal terremoto a L’Aquila del 2009 sono cambiati i nostri modelli organizzativi e quindi la capacità di recepire tutti i cambiamenti che vediamo, quindi, oltre i droni, anche i dati che ci consentono di raccogliere. Di conseguenza sono cambiate anche le specializzazioni che abbiamo al nostro interno: a dieci anni da allora possiamo dire di avere un comparto droni sviluppato, di avere unità specializzate per la tipologia applicata al soccorso, di avere delle unità che gestiscono i dati che provengono dai satelliti”
Cambiamenti che si sono già visti in occasione delle maggiori calamità naturali che hanno colpito l’Italia negli ultimi anni.
“Nel terremoto di Amatrice nel 2016 - ha spiegato Cavalieri D’Oro - l’impiego dei droni ci ha aiutato moltissimo nell’assessment e nella valutazione dell’impatto e per garantire la sicurezza degli operatori sul campo”
Poco, dopo, a inizio 2017, i sistemi a pilotaggio remoto si sono rivelati molto utili nell'intervento a Rigopiano.
“Il drone può accorciare i tempi o raggiungere aree in cui il tempo di raggiungimento via terra è maggiore. Il caso di Rigopiano è emblematico: nelle prime ore non potevano volare nemmeno gli elicotteri, a causa delle avverse condizioni meteo, poi i droni hanno permesso di avere dati”
Dopo Amatrice, la tragedia di Rigopiano è stato il secondo scenario per numero di ore di volo, al pari del ponte Morandi a Genova.
[/fusion_builder_column][/fusion_builder_row][/fusion_builder_container]“A Genova abbiamo utilizzato i droni congiuntamente con la flotta aerea tradizionale, per zoomare i punti in cui vi erano carichi sospesi, pezzi o monconi del ponte, che potevano colpire i nostri operatori all'atto di tentare di salvare qualcuno”, ha spiegato Cavalieri D’Oro, soffermandosi anche sul contributo che questa tecnologia può offrire nel caso di rilascio di sostanze chimiche o radiologiche o nella gestione degli incendi che scoppiano nelle discariche abusive di rifiuti, per cui - ha ricordato “proprio un anno e mezzo fa abbiamo vinto un bando dell’Agenzia Spaziale Europea per studiare questo tipo di approccio con droni e satelliti”