La tecnologia mira a garantire la sicurezza della rete ferroviaria italiana.
[fusion_separator style_type="none" hide_on_mobile="small-visibility,medium-visibility,large-visibility" class="" id="" sep_color="" top_margin="5" bottom_margin="5" border_size="" icon="" icon_circle="" icon_circle_color="" width="" alignment="center" /]Si chiama Drone Box ed è la tecnologia brevettata dal Gruppo Ferrovie dello Stato, frutto della collaborazione tra Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione e Scienze Matematiche dell'Università di Siena e Rete Ferroviaria Italiana (RFI). L'hanno presentata come un aeroporto mobile e completamente automatizzato per droni aerei, il cui obiettivo è quello di garantire la sicurezza delle aree sensibili della rete ferroviaria italiana, dalle quali dipende l’alimentazione delle linee o che sono a rischio terroristico, e controllare anche gli accessi a quelle zone remote, sparse per il Paese, nelle quali RFI stocca materiale di valore.
Controllabile anche da remoto, la Drone Box può svolgere missioni ispettive in completa autonomia e in mobilità, inviando i dati acquisiti alla sala di controllo e attivando specifici voli a seguito di alert generati automaticamente. La tecnologia è mobile e riprogrammabile in modo da poter svolgere il controllo automatizzato in nuove aree.
“Il sistema sviluppato è estremamente avanzato – ha spiegato il professor Alessandro Mecocci, direttore del VISLab (VIsion and Smart sensors Laboratory) – e rispetto alle altre piattaforme commerciali attualmente esistenti in Europa presenta soluzioni innovative, maggiore flessibilità operativa e prestazioni superiori. Inoltre, il volo del drone è controllato sia tramite Gps sia tramite visione artificiale."
“Colgo l’occasione [...] – ha aggiunto il professor Mecocci - per proporre di creare un’architettura distribuita sperimentale, basata sull'impiego di droni volanti, volta a monitorare alcuni tra viadotti, tratte ferroviarie, elettrodotti, centrali termoelettriche e altre infrastrutture critiche. Immaginate di poter accedere in tempo reale alla ricostruzione tridimensionale di un viadotto, alle sequenze video ad alta risoluzione relative allo stato di conservazione della superficie dei suoi piloni. Supponete che tali registrazioni video siano effettuate autonomamente da droni, senza necessità di mandare in trasferta né mezzi né persone. Supponete che tali ricognizioni visuali siano accompagnate dalle registrazioni dell’andamento del traffico e dalle informazioni sulle deformazioni strutturali ottenute mediante una IoT di sensori. A questo punto si verrebbe a disporre di una ‘fotografia multimediale, multi-temporale e multisensoriale' e costantemente aggiornata dello stato di salute di tutte le infrastrutture a rischio presenti sul territorio nazionale, a vantaggio della sicurezza dei cittadini, della tempestività nell'identificazione di possibili pericoli o criticità, della capacità di intervento from beginning”.
Fonte: Ferrovie dello Stato | Università di Siena
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