Il regolamento entrerà in vigore nel 2020
[fusion_separator style_type="none" hide_on_mobile="small-visibility,medium-visibility,large-visibility" class="" id="" sep_color="" top_margin="5" bottom_margin="5" border_size="" icon="" icon_circle="" icon_circle_color="" width="" alignment="center" /]Paese che vai, regolamento che trovi. Arriva notizia dal Sol Levante che il governo del Giappone avrebbe deciso di introdurre, a partire da inizio 2020, l'obbligo in capo ai proprietari di SAPR di registrare tutte le informazioni dettagliate riguardanti i loro droni. La decisione è stata presa con l'obiettivo di ridurre i problemi e i rischi legati a loro avvistamenti e sconfinamenti nello spazio aereo nazionale, con la speranza, anche qui, che il sistema di registrazione renderà più facile identificare i proprietari di droni che causano problemi e scoraggiano gli operatori i quali sono tentati di infrangere le regole causando rischi per la sicurezza, anche negli aeroporti commerciali.
Nel 2018 il Ministero delle infrastrutture, dei trasporti e del turismo giapponese aveva ricevuto 79 segnalazioni riguardanti possibili avvistamenti o rischi da collisione con droni. All'aeroporto internazionale di Kansai soltanto negli ultimi due mesi dell'anno si erano registrati quattro casi di avvistamento. Il 9 novembre al Terminal 2 diversi operatori di terra avevano visto un oggetto di colore rosso volare su e giù, dieci minuti dopo venivano chiuse due piste per motivi di sicurezza, ma la polizia aeroportuale non avrebbe poi riscontrato nulla durante le sue ricerche. Dopo circa 70 minuti le piste erano state riaperte ma non senza disagi per i passeggeri che si erano visti cancellare e cambiare destinazione decine di voli nazionali e internazionali. I droni hanno anche causato la chiusura delle piste dell'aeroporto per circa 40 minuti la sera del 19 ottobre e due volte per circa due ore la sera del 7 novembre.
Il governo del Giappone ha deciso allora di introdurre un sistema di registrazione, continuando al contempo a promuovere l'uso dei droni: entro il 2022 sarà infatti possibile pilotare UAV in sicurezza in aree ad alta densità abitativa oltre che in BVLOS, nel frattempo la scorsa estate è stata introdotta una legge che vieta il volo agli operatori in stato febbrile così come è stato rinnovato l'obbligo di registrare i piani di volo preventivamente su un portale governativo dedicato.
Le procedure necessarie per la nuova politica inizieranno il prossimo anno, compresa la revisione della legge sull'aeronautica civile. I proprietari e gli operatori di droni saranno tenuti a registrare i loro nomi, indirizzo, nome del produttore del drone, modello, numero di fabbricazione, peso e altri dati su un sito Web governativo. L'obbligo di registrazione riguarderà gli aeromobili già in uso o portati in Giappone dall'estero.
A registrazione effettuata, il governo rilascerà dei numeri di identificazione che i proprietari dovranno riportare sui loro droni. Divieto di volo per i droni non registrati, a esclusione di quelli sotto i 200 grammi, non soggetti a registrazione obbligatoria.
Sopra i 200 grammi le norme dell'aeronautica civile prevedono l'obbligo in capo ai proprietari di richiedere i permessi di volo: nello spazio aereo superiore a 150 metri; nelle sedi degli eventi; intorno ad un aeroporto; su aree densamente popolate; di notte; e in situazioni in cui l'operatore non può vedere l'aeromobile.
Nel 2018 le richieste di permesso al volo sono state 36.895, quasi il triplo rispetto alle 13.535 domande ricevute nel 2016. Tuttavia, sono aumentati anche i problemi segnalati e gli incidenti con droni. Se state programmando un viaggio in Giappone per il nuovo anno e avete intenzione di imbarcare il vostro drone ora sapete come comportarvi.
Fonte: web [/fusion_builder_column][/fusion_builder_row][/fusion_builder_container]