La Commissione Europea sta completando un insieme unificato di norme per l'uso dei droni
[fusion_separator style_type="none" hide_on_mobile="small-visibility,medium-visibility,large-visibility" class="" id="" sep_color="" top_margin="10" bottom_margin="10" border_size="" icon="" icon_circle="" icon_circle_color="" width="" alignment="center" /]Il progetto SAFIR , un consorzio di 13 organizzazioni pubbliche e società private, in parte finanziato dalla Commissione Europea, inizierà a testare in Belgio sistemi di gestione del traffico senza pilota e applicazioni per droni nella speranza di aiutare l'Unione Europea a stabilire un quadro di riferimento per l'industria dei droni commerciali.
I membri di SAFIR (o "Safe and Flexible Integration of Initial U-space Services in a Real Environment") si sono incontrati a Bruxelles a novembre per discutere le prossime prove di prova, che si svolgeranno presso l'impianto DronePort di Limburg.
"Si tratta di testare 10 droni con differenti scopi, applicazioni e sistemi IT" ha spiegato Mark Vanlook, CEO di DronePort.
Le parti coinvolte, che spaziano dal software di Unifly, l'esperienza UTM e l'esperienza di Helicus nella fornitura di droni medicali fino ad Amazon Prime Air, forniranno al progetto un'ampia gamma di applicazioni e conseguenti banche dati. Per Vanlook, lo scopo è quello di collocare simultaneamente questo variegato gruppo di hardware e software di droni in un ambiente reale e valutare la loro coesistenza sicura ed efficace o meno.
"Se i droni non sono in grado di rendersi conto di ciò che li circonda, si scontreranno e faranno del male alle persone" afferma Vanlook.
Mentre l'industria dei droni ha fatto passi da gigante, incidenti come il recente blocco dell'aeroporto di Gatwick e la frustrante assenza di un'attendibile individuazione remota dei droni hanno causato alcune giustificate preoccupazioni nel muoversi troppo velocemente rispetto a regolamenti più allentati.
Anche Vanlook ha ammesso che il blocco di Gatwick ha aperto gli occhi sulla necessità di una legislazione completa e unificata redatta per conto della Commissione Europea, essenziale per gestire il crescente traffico di droni. Pertanto Vanlook è entusiasta che la società Aveillant, con sede a Cambridge, aderisca al progetto Safir, in quanto commercializza la tecnologia radar olografica in grado di rilevare i droni vicino agli aeroporti, ai confini nazionali e ad altre infrastrutture critiche.
Ulrike Esther Franke, membro del "European Council on Foreign Relations", sostiene che l'Europa debba rimanere concentrata per rimanere a stretto contatto con il resto dei principali attori mondiali se vuole partecipare all'eventuale panorama commerciale del settore e ai conseguenti vantaggi economici.
"Il mercato è dominato dalla Cina in questo momento" afferma Ulrike Esther Franke. "E se l'Europa vuole recuperare il ritardo, deve prima unificare le norme e regolamenti, i quali incentiveranno i produttori europei di droni a impegnarsi, non solo con il loro paese, ma con l'intero mercato europeo."
Allo stato attuale, i test di Safir presso DronePort consentiranno alle aziende partecipanti di utilizzare una ampia pista, una torre di controllo e hangar multipli. È inoltre prevista una dimostrazione dal vivo ad Anversa, ma solo quando le aziende si sottoporranno a una serie di test di sicurezza e li supereranno. Secondo gli stessi membri di SAFIR, il loro continuo impegno nel progetto e la successiva dimostrazione dal vivo rappresenteranno da soli un chiaro segnale ai legislatori e ai leader del settore che un'industria dei droni sana, sicura ed economica è fattibile.
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