Il fotovoltaico prende il volo coi droni

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Lo spinoff del MIT per la manutenzione degli impianti

Con la crescita del mercato del fotovoltaico, sono cresciute anche alcune delle sue inefficienze. Imprenditori astuti hanno considerato queste inefficienze opportunità di business e hanno cercato di realizzare soluzioni specifiche. Questa è la caratteristica di un settore industriale in fase di maturazione.

Una delle maggiori complicazioni che emerge a seguito della crescita esponenziale del settore è la manutenzione dei pannelli solari. Tradizionalmente, i tecnici effettuavano test elettrici su sezioni casuali di celle solari al fine di identificare i problemi. Ora, l'uso di droni dotati di termocamere ha velocizzato la raccolta dei dati e si chiede ai tecnici di interpretare un flusso infinito di dati destrutturati.

Ed è qui che entra in gioco Raptor Maps, società spinoff del MIT. Il software dell'azienda analizza le immagini dai droni e diagnostica i problemi fino al livello di singole celle. In aggiunta il sistema può stimare i costi associati a ciascun problema riscontrato, consentendo ai tecnici di dare priorità a specifici interventi e ai proprietari di stabilire cosa vale la pena di risolvere.

"Permettiamo ai tecnici di coprire 10 volte il territorio e individuare l'uso ottimale delle loro competenze in uno specifico giorno", afferma Nikhil Vadhavkar, cofondatore e CEO di Raptor Maps. "Il fotovoltaico sta per diventare la prima fonte di energia al mondo, questo processo deve essere standardizzato e scalabile. Questo è ciò che serve, e i nostri clienti apprezzano questo approccio".

Raptor Maps è stata fondata da Eddie Obropta, Forrest Meyen e Vadhavkar, e si sono inizialmente concentrati sul settore agricolo. Il piano era quello di costruire droni dotati di telecamere termiche ad alta definizione per raccogliere dati, quindi creare un sistema di apprendimento automatico per ottenere informazioni sulle colture man mano che crescevano.

[caption id="attachment_15854" align="aligncenter" width="1024"] Description Raptor Maps co-founders Nikhil Vadhavkar, left, and Eddie Obropta ’13 SM ’15. A third co-founder, Forrest Meyen SM ’13 PhD ’17, left the company in 2016. Credits Image courtesy of Raptor Maps[/caption]

Nonostante l'azienda iniziò a lavorare con i proprietari di due grandi aziende agricole, Obropta e Vadhavkar non erano sicuri del loro percorso per espandere l'azienda. Poi, nel 2017, hanno reso il loro software disponibile al pubblico e qualcosa di interessante è successo: hanno scoperto che la maggior parte delle persone che usava il software lo applicavano alle fattorie solari piuttosto che alle fattorie tradizionali. Un messaggio che i fondatori hanno attentamente recepito.

Obropta e Vadhavkar si sono trovati nel posto giusto al momento giusto. L'Agenzia Internazionale per l'Energia ha prospettato che il fotovoltaico potrebbe essere la più grande fonte di energia elettrica al mondo entro il 2050. Ma con la crescita della domanda, gli investitori, i proprietari e gli operatori dei complessi fotovoltaici stanno affrontando una carenza sempre più accentuata di tecnici per far sì che i pannelli funzionino con un rendimento prossimo al picco di rendimento massimo.

Dal momento in cui Raptor Maps ha deciso di concentrarsi esclusivamente sul fotovoltaico all'inizio del 2018, ha trovato il successo nel settore rilasciando i suoi standard per la raccolta dati e permettendo ai clienti - e ai molti operatori di drone di cui l'azienda è partner - di utilizzare hardware ready to use per la raccolta dei dati. Una volta che i dati vengono trasmessi all'azienda, il sistema crea una mappa dettagliata di ogni parco fotovoltaico e individua gli eventuali problemi riscontrati.

"Eseguiamo analisi in modo da potervi dire 'Questo è il numero di pannelli solari che hanno riscontrato questo tipo di problemi; questa è l'energia dispersa al momento'" sostiene Vadhavkar "E possiamo fare una stima dei costi per ogni problema". L'azienda si è ritagliata un formidabile spazio nell'industria fotovoltaica. L'anno scorso Raptor Maps ha elaborato quattro gigawatt di dati provenienti da clienti in sei diversi continenti. Un'energia sufficiente per alimentare quasi 3 milioni di case.

Vadhavkar afferma che l'obiettivo dell'azienda è quello di quintuplicare la propria attività nel 2019, dato che diversi grandi clienti si stanno impegnando a rendere il software una parte integrante delle loro attività operative. Il team sta anche collaborando ad un progetto con la multinazionale dell'energia Enel Green Power per far sì che il suo software generi insight in tempo reale utilizzando le unità di elaborazione grafica presenti sul drone stesso.

In conclusione, i dati raccolti da Raptor Maps stanno eliminando l'incertezza del settore fotovoltaico, rendendolo uno settore più attraente per gli investitori e gli operatori. "La crescita del settore è ciò che ci guida" afferma Vadhavkar "Stiamo vedendo direttamente che ciò che stiamo facendo ha un impatto sulla capacità dell'industria di crescere più velocemente".

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Fonte: MIT News

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