Sviluppo, senza i militari faremmo una gran fatica

Il Punto di Sergio Barlocchetti.

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di Sergio Barlocchetti *

Che la tecnologia militare sia la madre di molte invenzioni per uso quotidiano è cosa nota. Dal radar al forno a microonde, dai microprocessori al semplice velcro, negli ultimi 80 anni il settore aeronautico prima e aerospaziale poi hanno contribuito più di ogni altro a modernizzare la nostra vita.

Pare dunque che continuerà a essere così, come dimostra l’americana Bell, quella degli elicotteri, parte del gruppo industriale Textron, che sta sviluppando il software per controllare il volo di una nuova famiglia di veicoli a decollo e atterraggio verticale chiamati APT (Autonomous Pod Transport), nati per scopi militari e in particolare per soddisfare i requisiti del corpo dei Marines e dell'Esercito Usa. La richiesta dei militari a Bell è una piattaforma volante che possa effettuare consegne di pesi tra 25 e 500 libbre di carico (da 12 a 250 kg circa), volando per un minimo di dieci chilometri, funzionando in anche in ambiente ostile. Unico limite alla progettualità, questi APT non devono pesare al decollo più di 1320 libbre (598 kg).

La sfida tecnologica è a dir poco meravigliosa, se non fosse che il termine di consegna del primo dimostratore è per il mese di luglio 2019. Bell spera di collaudare il suo primo modello, lo APT 70 a propulsione elettrica, che sulla carta potrebbe raggiungere i 160 km all’ora  con a bordo 35 kg di carico entro giugno del prossimo anno, e ha canalizzato su questo progetto gran parte dei fondi per la ricerca che aveva ricevuto da parte della Nasa.

Fin qui una commessa come tante nell’ambito della ricerca sui mezzi unmanned, si potrebbe commentare, invece è interessante la configurazione proposta dagli ingegneri Bell: il velivolo presenta una forma simile a quella di un quadricottero ma sfrutta l’idea del convertiplano per passare al volo traslato e veloce, ruotando le sue ali e i rotori attorno a un abitacolo centrale nel quale sono posizionati sistemi e carico. Per i militari Usa avere a disposizione un modello scalabile nelle dimensioni ma gestibile con la medesima piattaforma software rappresenterebbe un grande vantaggio, anche se per soddisfare la richiesta di autonomia e carico i modelli più grandi dovrebbero essere ibridi almeno nella propulsione.

E una volta che questi fossero entrati in servizio, si avrebbe la certezza di una ricaduta sperimentata della tecnologia anche in ambito civile, e questo aprirebbe le porte a servizi di consegna urgente: dapprima le munizioni, poi cibo, acqua, medicinali e organi per i trapianti. Sul fronte europeo anche Airbus si sta muovendo, accelerando lo sviluppo dell’elicottero VSR700, che ha un peso massimo al decollo di 700 kg, una velocità massima di 100 nodi (circa 180 kmh) e può trasportare 300 kg di carico utile tra carburante e carico. Vedremo entro meno di un anno chi riuscirà ad arrivare primo al traguardo.

Professionista del settore aviazione da 26 anni, ingegnere aerospaziale, giornalista professionista e pilota. Ha ricoperto il ruolo di Flight Test Engineer in ambito manned e unmanned, di specialista in avionica e radiofrequenza. Ha fatto parte della redazione del mensile Volare per 18 anni e ha esperienza di pilotaggio su aeromobili leggeri ed executive. Attualmente ricopre l’incarico di project manager nella produzione di droni ed è docente di materie tecniche presso la scuola dell’Aero Club Milano.

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