Lo stato dell’arte e i benefici sul fronte ambientale dell’uso di GNL, bio-GNL e idrogeno nel trasporto ferroviario, con tutti i risvolti connessi al tema della sicurezza.
Ne parla in questa intervista rilasciata a BolognaFiere Water&Energy – BFWE, Pier Luigi Giovanni Navone, Direttore della Direzione generale per la sicurezza delle ferrovie di ANSFISA, partendo dalla recente notizia del primo treno autorizzato a GNL.
“Si tratta di combustibili mai utilizzati per i treni in Italia sino ad ora”, dice Navone, sottolineando che, “nella consapevolezza del fatto che il rischio zero non esiste, si tratta di assumere tutti quegli accorgimenti necessari a portare, il rischio stesso, a livelli gestibili di accettabilità”.
Nell’intervista si parla anche dell’utilità di usare i droni per il controllo delle reti ferroviarie: “Sono tecnologie molto importanti, che possono fornire un valido supporto al personale tecnico specializzato, al fine di accrescere la produttività e l'efficacia delle attività di controllo”, dice Navone.
- Navone, Ansfisa ha autorizzato il primo treno a GNL. Può illustrarci nel dettaglio di che si tratta? Di quanto verranno abbattute le emissioni?
Come ANSFISA - Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali - abbiamo rilasciato nei giorni scorsi la prima autorizzazione in Italia a un treno alimentato a GNL. Si tratta di un veicolo denominato ALn 668, costruito negli anni ‘80 e già in circolazione nella versione diesel. Il nulla osta è stato richiesto per l’intera rete gestita da RFI, ma il treno verrà utilizzato per il momento sulla tratta ferroviaria ad uso turistico Sulmona-Carpinone.
Vista la novità dell’applicazione di questo sistema di alimentazione nel trasporto ferroviario, sono stati condotti diversi approfondimenti e studi specifici in collaborazione con altri enti, tra cui CNR, Vigili del Fuoco e lo stesso gestore dell’infrastruttura. Inoltre, la validità dell’autorizzazione è sottoposta al buon esito di un pre-esercizio che dovrà essere attestato da un Organismo di Valutazione.
Sul fronte ambientale come Agenzia abbiamo ricevuto dall’impresa ferroviaria che ha richiesto l’autorizzazione un confronto tra le emissioni del convoglio con alimentazione a gasolio e con GNL. Questa analisi ha mostrato una sostanziale riduzione di tutti gli agenti inquinanti, ad eccezione del monossido di carbonio dovuto alla scarsa presenza di ossigeno nella combustione del motore. Questa situazione è caratteristica dei motori a ciclo otto. In ogni caso i valori rilevati rientrano nei limiti di emissione imposti dalla normativa Euro VI.
- Si tratta quindi della prima autorizzazione in Italia. Negli altri Paesi europei invece quali sono i numeri attuali e a quanto si vuole arrivare?
Sulla scia del settore stradale, nel quale il GNL è in costante crescita in Italia e in Europa come carburante dei mezzi pesanti, questa alimentazione comincia a comparire anche per i treni: in Europa sono in corso le prime conversioni di mezzi ferroviari da diesel a GNL, come già avvenuto in Spagna (sperimentazione di un veicolo sulla rete a scartamento metrico) e in Estonia, per quest’ultimo paese sono già stati autorizzati 2 tipi da manovra e trazione.
- Qualche tempo fa Ansfisa ha firmato un protocollo d'intesa con i principali enti nazionali di ricerca (Enea e CNR) per portare avanti attività di studio, ricerca e monitoraggio per l'impiego di idrogeno, GNL e bio-GNL in ambito ferroviario, stradale e nei trasporti rapidi di massa. Quali sono i risultati emersi finora?
In collaborazione con i maggiori enti di ricerca stiamo studiando l’impatto ambientale di questi veicoli. In particolare, con il CNR abbiamo avviato l’analisi delle emissioni inquinanti sulle locomotive da manovra, stiamo effettuando la ricognizione dello stato del parco locomotive già in circolazione al fine di rilevare i valori medi di riferimento ed individuare i maggiori discostamenti dagli stessi. È in corso la mappatura dei veicoli ferroviari, con obiettivo di fissare eventuali valori di adeguamento per le locomotive da manovra anche tramite provvedimenti mitigativi in grado di ridurre l'inquinamento. Oltre al GNL, di cui abbiamo già parlato, in collaborazione con questi centri di ricerca stiamo portando avanti anche diverse verifiche sull’uso dell’idrogeno e di motori elettrici.
- In particolare, quali sono le problematiche legate alla sicurezza della circolazione ferroviaria dei veicoli a idrogeno o GNL?
Si tratta di combustibili mai utilizzati per i treni In Italia sino ad ora. Quindi occorre prendere in considerazione, analizzare e gestire nuovi rischi, che possono essere anche rilevanti considerato, ad esempio, il gran numero di gallerie presenti, nel nostro Paese, rispetto ad altri. Pertanto, nella consapevolezza del fatto che il rischio zero non esiste, si tratta di assumere tutti quegli accorgimenti necessari a portare, il rischio stesso, a livelli gestibili di accettabilità.
- Che aiuto possono dare le nuove tecnologie relative ai droni per il controllo reti ferroviarie?
Sono tecnologie molto importanti, che possono fornire un valido supporto al personale tecnico specializzato, al fine di accrescere la produttività e l'efficacia delle attività di controllo. Allo stato attuale rimane comunque determinante conservare e accrescere, anche in relazione all’uso delle nuove tecnologie ed all’utilizzo dell’intelligenza artificiale, le competenze ingegneristiche del personale tecnico incaricato, che ad esempio, è chiamato ad esprimere un giudizio sullo stato delle infrastrutture ferroviarie, sugli interventi eventualmente da apportare e sui tempi di tali interventi.
A cura di Elena Veronelli