Comune, Politecnico e Università di Bari partner del progetto che prevede anche l'uso di droni
[fusion_separator style_type="none" hide_on_mobile="small-visibility,medium-visibility,large-visibility" class="" id="" sep_color="" top_margin="5" bottom_margin="5" border_size="" icon="" icon_circle="" icon_circle_color="" width="" alignment="center" /]8,5 milioni è quanto stanziato dall'Unione Europea per il progetto "Passepartout" dedicato al monitoraggio di gas inquinanti e tossici attraverso studi su sensori ottici di gas installati su stazioni fisse, mobili e su drone per il controllo della qualità dell’aria e dei processi industriali.
Coordinatore del progetto è il Cork Institute of Technology (Irlanda), mentre tra i 18 partner di 10 nazioni europee figurano il Politecnico, l'Università degli Studi e il Comune di Bari. Anche la piemontese Ecospray Technologies, azienda leader nei sistemi di depurazione, idraulica navale e biocombustibile figura tra le imprese private partecipanti.
“L'inquinamento atmosferico, costituito da gas tossici e particolato, è una delle principali cause di mortalità prematura. Si stimano oltre 4 milioni di morti all'anno a causa di ictus, malattie cardiache, cancro ai polmoni e problemi respiratori cronici”. Ad affermarlo è il prof. Vincenzo Spagnolo docente di Fisica del Politecnico di Bari, come riporta un comunicato stampa diffuso di recente. “Il 97% delle città dei paesi a basso e medio reddito con più di 100.000 abitanti non soddisfa le linee guida sulla qualità dell'aria dell'Organizzazione mondiale della sanità”, aggiunge il prof. Pietro Patimisco, collega di Fisica dell’Università di Bari, entrambi afferenti al Dipartimento Interateneo “Michelangelo Merlin” delle due Università baresi.
Ai partner pugliesi verranno destinati circa 1.3 milioni così ripartiti: Politecnico 605 mila euro, Università 620 mila, Comune di Bari 50 mila. I dipartimenti coinvolti saranno: Dipartimento Interateneo Uniba-Poliba di Fisica, Dipartimento di Ingegneria Elettrica e dell’Informazione e Dipartimento di Meccanica, Matematica e Management, questi ultimi entrambi del Politecnico di Bari.
Nel dettaglio, il progetto “Passepartout” realizzerà il primo sistema 3D per monitoraggio di inquinanti, in grado di operare in un'area urbana e sarà costituito da un network IOT di sensori di gas ottici, innovativi e ad alte prestazioni, montati su stazioni fisse, su veicoli circolanti e su drone per il monitoraggio della qualità dell'aria ambientale. Il network fornirà informazioni in tempo reale sulla concentrazione di gas inquinanti quali, ossidi di azoto (NOx), anidride solforosa (SO2), ammoniaca (NH3), metano (CH4), monossido di carbonio (CO), anidride carbonica (CO2) e particolato atmosferico all'interno delle aree urbane. In aggiunta, i cittadini, tramite una app dedicata, potranno conoscere le aree urbane a maggior tasso di inquinamento e i percorsi alternativi green.
Parte delle attività di sperimentazione e validazione avverranno a Bari, dove sono già previsti test dei sensori nel Campus universitario e nei pressi dell'area portuale della città. A tal proposito il prof. Eugenio di Sciascio, vicesindaco di Bari con delega alla trasformazione digitale ha affermato come “Essere la prima città in cui verrà testato questo framework di sensori innovativi per il controllo della qualità dell’aria è motivo di orgoglio per la città di Bari; il progetto si inserisce perfettamente nel programma che punta a rendere Bari sempre più una città smart e senziente per migliorare la qualità della vita dei suoi cittadini”.
Fonte: comunicato stampa [/fusion_builder_column][/fusion_builder_row][/fusion_builder_container]